“Angelo scemo”

Quest’angioletto in ceramica, così buffo, mi è stato regalato, qualche tempo fa da due persone molto giovani a me particolarmente care, sorelle, Mariateresa e Ornella che mi hanno sempre viziata con  coccole e pensieri teneri.
Era la mattina dopo la "presentazione", il 25 maggio 2006, alla saletta rossa di Guida a Port’Alba, la storica via Port’Alba di Napoli antica, del mio romanzo “Il giorno dell’orso”. Ero contenta perché tutto era andato bene ed avevo avuto innumerevoli testimonianze di affetto e di ammirazione. C’era la mia famiglia, le mie amiche giornaliste Costanza Falanga del “Il Mattino” e Donatella Gallone di "Napolipiù" che avevano accettato, con entusiasmo, l’invito ad incontrarsi con me, tanti amici cari e la performance di tango argentino della  impareggiabile  Georgia Stendardo, maestra di questa danza, lettrice splendida dei brani, alle presentazioni, dei miei libri, e soprattutto ispiratrice del personaggio di Andrea, la protagonista del “Il giorno dell’orso”, il mio romanzo sull’Angelo custode.
 Il portiere mi consegnò un  pacchetto elegantemente confezionato con nastri  ricciolati e variopinti ed un tenero bigliettino:

“Ci sono angeli come te che donano tanta gioia e serenità senza nemmeno saperlo e tu, per noi, lo sei stata nella nostra vita, tante volte."
Mariateresa e Ornella.

Le mie piccole amiche-figlie che da anni mi riempiono di tenerezze.
Già il bigliettino è il mio “nobel” pensavo mentre scartocciavo il regalo con impazienza ed ecco che mi ritrovo tra le mani ‘lui’: angelo buffo. Un po’ rintronato riflettei guardando la boccuccia ad “u”, gli occhi sognanti, i ricciolini biondi, le ali  ritte quasi inconsapevolmente e dorate, luccicanti ed i piedoni spropositati. Però elegante accipicchia! Ho continuato a pensare, sentendolo già indispensabile. Le mie piccole amiche dovevano essere state attratte dalla tenerezza della statuetta ma per me rappresentava molto di più anche se non sapevo ancora  perché. Lo misi in un posto di “onore”: nella mia stanza, accanto al mio letto, sopra una mensola dove c’è una statua della Madonna di Lourdes, sotto un’ampolla di vetro, e  tra due tartarughine di cristallo, una rossa e una verde che mi hanno portato i miei figli, Alfredo e Simone, da una vacanza a Zante.
Te lo aspettavi? gli ho chiesto, ma lui è rimasto imperturbabile, anzi sembrandomi ancora più trasognato. Ma sei scemo? Stessa espressione di prima. Io sono abituata ad angeli splendidi come Tobias Rajas, angelo incarnato, del mio romanzo "Il giorno dell'orso", sono abituata ad immaginarmi il mio stesso Angelo custode bellissimo, maestoso, allegro e qualche volta austero. E tu?
Forse tu sei ‘ l’altra parte’ del mio Angelo, forse tutti gli angeli, come noi, hanno una parte splendida ed una… come dire? Rimbambita? Sognante? Interrogativa ed improvvisamente confusa? Mi sei molto, molto simpatico conclusi  soddisfatta pensando che forse un giorno avrei scritto un romanzo su un angelo scemo, chissà.
Poi è venuto fuori che Alfredo mi sta preparando un sito tutto per me, perché abbiamo scoperto che sono tante le cose belle che  hanno scritto su di me e sulle poche pubblicazioni che ho fatto e ci siamo dati da fare tutti, in famiglia a cercare l’immagine di un angelo, dacchè, si sarà capito, io sono un poco fissata con gli angeli. Abbiamo valutato di tutto, dalle raffigurazioni degli angioletti-putti a quelle seriose e un po’ cimiteriali e persino un’icona russa, bellissima, di un angelo con un rotolo tra le mani su cui è deputato a trascrivere le opere buone del suo protetto. Mah! Nessuna mi convinceva finchè il mio sguardo non è caduto sul mio “angelo scemo”.
Sembra sempre che non sono fatti tuoi, eh?
E così l ‘ho agguantato e messo sotto gli occhi di Simone.
“Fotografalo per favore come sai fare tu!”
Detto, fatto: ho trovato l’angelo per il mio sito.Voilà

 
     
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